Paratiroidi e Osteoporosi: quando intervenire

Le paratiroidi sono organi endocrini di piccole dimensioni e del peso di circa 40 mg, in numero di 4, poste in prossimità della tiroide (vedi immagine).

La tiroide normale ha un peso di circa 14 grammi.

In condizioni normali, le paratiroidi regolano la crescita ossea e il calcio nel sangue tramite la produzione di un ormone, il paratormone.

L’iperparatiroidismo è una malattia endocrina causata da una aumentata produzione del paratormone, con conseguentemente elevati livelli nel sangue del calcio proveniente dalla distruzione del tessuto osseo.
 Ha un incidenza del 1% nella popolazione adulta e colpisce prevalentemente tra i 30 e 50 anni ed è più frequente nelle donne e nei pazienti in sovrappeso.

Nel 5% dei pazienti affetti la causa è genetica.

paratiroidi-e-osteoporosi-1I sintomi e i segni dll’iperparatiroidismo sono vari.


Inizialmente il paziente può lamentare fatica, perdita d’appetito, irritabilità, sete eccessiva, bruciore di stomaco, dolori articolari ed ossei, alterazioni della memoria, disturbi del sonno e depressione.

Nelle forme avanzate il paziente potrà presentare osteoporosi sino alla frattura delle ossa, malattie cardiovascolari, pancreatite e calcolosi renale che può condurre all’insufficienza renale e quindi alla dialisi.

Un aumento del calcio nel sangue è quindi un campanello d’ allarme che va approfondito con ulteriori esami, tra cui il dosaggio del paratormone.

Ai giorni nostri, il 20% dei pazienti affetti da iperparatiroidismo ottiene una diagnosi grazie all’ aumento del calcio spesso rivelato solo a seguito di un prelievo occasionale del sangue prima che i sintomi della malattia vera e propria compaiano.

Dunque la diagnosi dell’iperparatiroidismo si ottiene sempre attraverso gli esami del sangue.
Il medico di famiglia dovrebbe quindi di norma prescrivere un dosaggio della calcemia come screening per tutte quelle donne affette da osteoporosi o osteopenia prima di cominciare eventuali cure per le suddette patologie.

Specifici esami strumentali, quali ecografia e scintigrafia paratiroidea, hanno il compito, quando possibile, di identificare il numero delle ghiandole malate.

La cura è SEMPRE  chirurgica, con una percentuale di successo prossima alla 97%, che prevede l’asportazione della/e ghiandole malate.

I sintomi legati alla malattia e i danni alle ossa vengono lentamente risolti nei mesi successivi all’intervento con un significativo miglioramento della qualità della vita del paziente negli anni successivi.